Forlì capolinea della corsa per Virtus Giallonero

Virtus Under 17 – Play Off – Ottavi di finale
BASKET GIALLONERO IMOLA-JUNIOR BASKET CA’ OSSI FORLI’ 50-62
(15-12, 24-30, 42-47)
Virtus Imola:  Silvestre, Fornari 10, Carnevali,  Covatta 8, Pasotti 5, Salvinni, D’Agnone, Arcangeli 2, Franzoni 7, Ragazzini 7, Grillini 6, Noferini 5, Turchi.  All. Panizza, Ass. Piattesi, Marrobbio, Devetag

Il Ca’ Ossi Forlì si presenta al PalaRuggi per lo scontro diretto in partita secca dopo essere giunto secondo nel proprio girone con 36 punti, frutto di 18 partite vinte e 4 perse nelle quali ha subito mediamente 42,3 punti e ne ha realizzati 65,5; un girone evidentemente più equilibrato di quello della Virtus visto che gli Imolesi hanno vinto 36 partite su 38 per classificarsi primi ma con numeri nettamente migliori in attacco 86 di media contro i quasi 47 subiti: una squadra piuttosto ostica che fa della compattezza difensiva uno dei suoi punti di forza.

Come da copione, i primi minuti sono caratterizzati dalla tensione con errori da entrambe le parti che faticano a trovare il canestro:  Panizza parte con una difesa a zona 1-3-1, scelta che aveva pagato nel match con Argenta mentre il coach avversario presenta la sua uomo molto chiusa che difficilmente si spinge al di fuori della linea dei 3 punti con finta di pressing per rallentare le rimesse avversarie; difesa che non abbandonerà per tutto il match.

Dopo il canestro del 2-0 Forlì, la difesa a zona imolese comincia a pagare e pur non facendo cose eccelse in attacco frutta un buon vantaggio, 15-8 a soli 30 secondi dalla prima sirena; calcio al “bidone del latte raccolto” nel finale di quarto con un paio di disattenzioni fatali; una prima preoccupante crepa nel fortino imolese.

Il secondo quarto è quello decisivo nell’economia di tutto il match; i Forlivesi iniziano a leggere meglio lo schieramento imolese e ne attaccano i punti deboli con finta di penetrazione e scarico sul fondo dal lato debole che frutta un 8-0 e il sorpasso con l’attacco giallonero in panne: Panizza corre immediatamente ai ripari passando alla collaudata difesa uomo-pressing, ma se da un lato frutta qualche recupero, come sperato, dall’altro porta il bonus falli dopo appena 5 minuti, cosa che vanifica gli sforzi di recupero, (da -2 palla in mano a -8) e carica di falli qualche giocatore chiave.

Dopo l’intervallo la Virtus trova nuova linfa e si assiste alla frazione più bella;  con una difesa mista 2 uomo e 3 a zona riusciamo pian piano a recuperare punto su punto fino al 42 pari a 2 minuti dall’ultimo intervallo ma l’ultimo minuto è nuovamente fatale con l’ennesimo minibreak di 5 punti che rappresenta una mazzata sul morale più che una difficoltà insormontabile.

Il brutto momento si prolunga all’inizio dell’ultimo quarto quando il vantaggio ospite raggiunge i 12 punti  senza che i nostri segnino un canestro per 2 minuti; i gialloneri hanno una timida reazione ma non trovano la fiammata giusta per ritornare sotto e si arrendono, pur non senza lottare, alla maggiore regolarità dei forlivesi.

Il Ca’ Ossi si dimostra una squadra già “matura”: un’ idea di attacco ben precisa basata sul pernetra e scarica a cercare l’uomo libero per un buon tiro dalla media distanza in cui sono davvero bravi; ruoli definiti e abbastanza fissi, una modalità di gioco semplice ed evidentemente collaudata che gli permette di adattarsi con relativa facilità ai cambiamenti difensivi degli avversari.

Difesa con pochi esperimenti, concentrata nella propria metà campo, dura ma contenitiva; questi paradigmi gli consentono di “aggrapparsi alle proprie sicurezza” per affrontare con meno affanni i momenti critici di una partita tirata alla quale verosimilmente sono più abituati dei nostri avendo affrontato un campionato con un numero maggiore di partite equilibrate.

Approccio e gestione completamente diverso da parte dei nostri, che sono ancora un cantiere per tanti punti di vista, con giocatori in maturazione e che spesso non hanno ancora completato la propria crescita fisica: Panizza e Piattesi, coadiuvati da Devetag e Marrobbio hanno cambiato completamente nel corso dell’anno  modo di giocare e difesa del guppo storico dei 2006, mantenendo la scelta di non specializzarli con ruoli fissi, insegnandogli diverse modalità difensive e di approccio alle partite.

Tale filosofia ha come obiettivo quello di non porre limiti alla crescita dei ragazzi dando loro maggiori opportunità di esplorare nuove cose e nuovi scenari da finalizzare in futuro, dà la possibilità a tutti di esprimersi e di diventare di volta in volta protagonisti nel corso delle gare, ma come rovescio della medaglia espone a maggiori alti e bassi e  nei momenti di maggiore difficoltà, nelle partite punto a punto, quando ogni squadra si “rifugia” nelle soluzioni più collaudate e che sa fare meglio, conferisce meno sicurezze e ovviamente espone ad una maggiore probabilità di commettere degli errori che in partite secche  possono risultare fatali.

Con il 27% al tiro dal campo è difficile vincere qualsiasi partita e andare molto avanti, contro il pur non eccelso 37% degli avversari,  anche se, ad onor del vero, la percentuale al tiro è sempre stata pittosto bassina, 41% nella stagione regolare benché ci siano state  partite vinte con distacchi abissali, ma erano  i rimbalzi che facevano la differenza ed è qui che Forlì è stato più bravo  con 50 totali di cui 11 in attacco contro i nostri 36 di cui solo 6, rispetto ai 18 di media  in campionato, in attacco.

Sicuramente dispiace perchè lo sport vive di risultati e quando questi si interrompono sembra che si sia sbagliato o addirittura fallito, ma i ragazzi hanno dimostrato che potevano e avevano tutte le carte in regola per portare la vittoria a casa, passare il turno e anche  arrivare fino in fondo al torneo, forse con un minimo di convinzione in più e se qualche episodio fosse andato meglio (infortunati e acciaccati compresi). La sconfitta sul campo non deve passare come una sconfitta, ma un passaggio che serve per migliorare e non deve cambiare niente nei programmi: un altro tassello per la crescita.  Citando il famoso “filosofo” greco Giannis Antetokounmpo  “non è un fallimento, ma è un passaggio necessario per provare a vincere … Ci sono i giorni buoni e quelli pessimi, giorni buoni e giorni meno buoni. In alcuni sei in grado di ottenere quello che vuoi, in altri no… Non esiste fallimento nello sport. Non devi sempre vincere, vincono anche gli altri: questo è lo sport”.

Applausi dunque ai forlivesi, che nel frattempo hanno sbancato anche al turno successivo a Ravenna con la Junior, e al loro tecnico Michele Grilli con grosso “in bocca al lupo” di arrivare sino in fondo, ma anche ai nostri per la splendida stagione e per la crescita che hanno avuto con il team di coach; percorso che ci attendiamo prosegua nelle prossime settimane, dopo aver ricaricato le pile e curato gli acciacchi, e nel prossimo anno.

Foto Gian Luca